Il Corpo e l'Anima, la connessione percepibile durante il Focusing
Da "L'anima e il suo destino" di Vito Mancuso. Edizioni Cortina
24. L’Io Alla luce del primato dell’energia sulla materia appare attualissima la posizione di Aristotele secondo cui l’anima è forma corporis, fatta propria dal dogma cattolico nel Concilio ecumenico svoltosi nel 1312 a Vienne, cittadina nel sud della Francia, col dire che "la sostanza dell’anima razionale o intellettiva è immediatamente e per se stessa la forma del corpo". L’anima è ciò che forma il corpo, è il principio ordinatore del corpo. Il mio corpo, la mia materia-mater, è in realtà una rete fittissima di relazioni, prima tra organi, poi a un livello sottostante tra cellule, poi tra molecole, poi tra atomi, poi tra onde-particelle subnucleari. Il fondo dell’essere che io sono non è la materia inanimata (che non esiste). Non è però neppure il vuoto, come ritiene il Buddhismo. Il fondo del mio essere è il rapporto, la relazione, il legame, è il Logos, il cui vero significato è precisamente quello di rapporto, relazione, legame: “La radice leg- fondamentalmente significa raccogliere; lo si ricava non solo dal greco ma anche dal latino”. È la medesima radice alla base del termine latino religio. Io ci sono in quanto sono il punto di raccolta di infiniti legami. Io sono relazione. Ma occorre dire prima ancora che tali legami sono resi possibili in me perché sono guidati dall’idea di me, che essi devono concretamente costruire. La materia del corpo diventa corpo umano grazie all’anima, cioè grazie alla forma che essa rappresenta idealmente e che conduce la materia a realizzare, perché è la forma che plasma la materia. Il che significa che io propriamente sussisto nell’idea che presiede alla raccolta di questi infiniti legami. Io sono l’idea sussistente che lega in armonia prima le onde-particelle subnucleari, poi gli atomi, poi le molecole, poi le cellule, poi gli organi, infine il mio organismo con la sua molteplice manifestazione di anima vegetativa, sensitiva, razionale, spirituale. Questa idea, come si esprimeva Platone, o questa forma, come preferiva dire Aristotele, rappresenta il mio essere più vero, è l’atto eterno con cui il Padre mi pensa, e pensandomi mi ha condotto all’esistenza tramite l’impersonalità del Principio Ordinatore. Anzi diciamo meglio l’idea in cui io consisto e una singola manifestazione dell’unica idea pensata eternamente da Dio, dell’unica parola pronunciata eternamente dal Padre, e che mediante il Principio Ordinatore ha dato origine al mondo, idea primordiale il cui nome è Logos. Per questo io sono anche il mondo: io, micro-cosmo, sono uguale al mondo, macro-cosmo, nel senso che la logica che governa entrambi è la medesima.
Da:" James Hillman" di Selene Calloni Williams. Edizioni Mediterranee
La psiche immaginale è l’anima. Essa non è né la psiche conscia né quella inconscia, ma è la soglia liminale tra il conscio e l’inconscio. Essa non è né vita né morte, come comunemente le conosciamo, ma è la morte resuscitata e riunificata alla vita.